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venerdì 1 giugno 2012

Ago di cipresso o sogno di mezza primavera

Passeggio e affondo le mani nelle tasche fino a sentirmi rassicurante il profilo dei boxer aderente morbido alla pelle. Gelsomino nell'aria, inebriante e nauseante insieme. Vertigine e vomito. Bisogno di aria depurata di tangenziale. È solo un sogno ubriaco. Quella notte fa caldo. E c'è sibilo notturno continuo. Frequenza seghettata insistente penetra senza ritegno in padiglione auricolare, sbatte sul martello, sbatte sull'incudine, sballotta la vena giugulare, preme insistente sulla staffa, la chiocciola vibra, eccita il nervo acustico, frigge il cervello, logora l'essere. Azione. Mi alzo. Nel corridoio giallotico il neon rimbalza al ritmo di samba. Improvviso un balletto e lo stiletto ho stretto nella destra. 
Oddio, eccoti qui, lungo il corridoio, di questa vita, e ti ricordi, ma quanti ricordi, rimembranze, viale delle, sei come un ago di pino cembro infilatosi nei miei boxer e io sono incapace di estrarlo. L'ago.
Sul viale delle rimembranze. In ogni città è la via dei cipressi. I cipressi come il mio stiletto. L'ho nella destra, c'ho appena ballato una samba, perchè se c'è una cosa certa è che mi sta sul culo qualsiasi ballo latinoamericano e ancora di più quegli idioti che ci fanno le foto per i manifesti dei corsi con i sorrisi più idioti della loro idiozia. I manifesti sul viale delle rimembranze, tu sei il mio ago di pino, sei il sorriso fasullo sul manifesto del viale delle rimembranze, io sono sul viale e il neon balla la samba. La reazione è immediata, il mio stiletto ti penetra dritto nel timpano e la seghettata si spezza immediatamente, il tuo incudine non produrrà mai più alcun suono, fottuto moog scassato del cazzo da 3000 euro per collezionisti. Spingo e ti entro nel cervello, spingo e passo all'altro timpano e suono la quinta ta ta ta taaa, spingo ed entro nel viale delle rimembranze, dritto nella tua tomba, spingo e attraverso la cruna dell'ago di pino mentre annaspo in apnea nel tuo sangue che è già morto e per questo lo chiameranno campo di sangue, ballando il samba delle neone, il tango delle capicipresse. Zam Zam.