Guccini e i Nomadi. Il primo lo adoro, i secondi li detesto. Sarà perchè in valle erano il gruppo di punta quando iniziavo a suonare, e allora tutti chiedevano: «Fai su Vagabondo!» ("fai su" nel vernacolo sta per "intona..."; ma anche "rollane una o uno", oppure anche roba più esplicitamente sessuale, nel qual caso è "fammi su"). A me Io vagabondo sta veramente sul cazzo. È un pò come quando a un coro di montagna chiedono di cantare "Signore delle cime"... basta, ha rotto, è decisamente decadente.
Ad ogni modo, Guccini e i Nomadi nel '79 registrarono un live fantastico, molto rock blues, con un bontempistico Beppe Carletti all'hammond e un grande Flaco Biondini alla chitarra. Il concerto si chiude con Statale 17, introdotta dai soliti cappelli iniziali alla Guccini, che poi sono il bello dei suoi concerti. «[...] dice: quella sera partimmo, John, Dean e io sulla vecchia Pontiac del '55 del babbo di Dean e facemmo tutta una tirata da Omaha a Tucson.... porco che roba! Poi lo trasformi in italiano e diventa: quella sera partimmo con la vecchia 1100 del babbo di Giuseppe e facemmo tutta una tirata da Piumazzo a Sant'Anna Pelago....non è la stessa roba! Gli americani ci fregano con la loro lingua....».

Mio fratello ci giocava con la 1100. Nel senso che ci saliva e fingeva di guidare. L'abbiamo fatto tutti no? Però lui aveva anche il passeggero. Io, ovviamente. Che ovviamente non mi ricordo nulla. Avrò avuto una manciata di anni. Insomma, lui stava al volante e io gli facevo da navigatore e ci passavamo il tempo immaginando viaggi e gare di rally.
Un giorno la 1100 era parcheggiata nel garage, no nel sottoscala; ora, per arrivarci, a casa dei miei, c'è una bretellina che sale dalla provinciale. Se giri a destra c'è il garage. Il garage è in piano, ma la stradina che ci arriva è in salita. Decisamente in salita. Insomma, da che mi racconta, qual pomeriggio siamo sulla 1100 e si viaggia alla grande. Nello smanettare col cambio, l'idiota, lascia la leva in folle. Dopo pochi secondi, la 1100 inizia una lenta e inesorabile retromarcia, rivelando che in realtà il garage proprio in piano non è (alla faccia delle bolle dei magutti valdimagnini...). Panico. Mio fratello, ovvio. Io mica mi accorgo. Lui vola giù dalla macchina, si mette a culo della 1100, si puntella sui piedi e tenta disperato di bloccarla. Niente da fare. Allora lascia che l'inesorabile accada. L'auto se ne va con sopra un'inconsapevole navigatore. L'inesorabile prende poi la forma di una 1100 con le ruote posteriori penzolanti nel vuoto del muretto antistante il garage...
Io non me ne ricordo proprio nulla, ma mi piace immaginare la scena di me che saluto sorridente dal finestrino un mio fratello che invecchia all'istante di 1100 anni.

Ma la più bella l'ha fatta con il 131 Supermirafiori 1300 TC. Gran pezzo di macchina; quando lo prese, mio padre si era sentito il più figo della valle. Trazione posteriore, figata, potessi averlo io ora (e pisciassi benzina...). Insomma, presa la patente, dopo qualche anno divenne la macchina ufficiale di mio fratello. E via in giro per la valle, in derapata con la trazione posteriore che sembrava il Generale Lee di Hazzard.
Una sera era in giro con mio cugino. Mio cugino faceva su macchina in movimento quello che io un tempo facevo su macchina ferma: navigatore. Ma no navigatore improvvisato lui, navigatore vero. Gli dettava il percorso, gradi delle curve, rettilinei, tempi, tutto. E ovviamente indossavano il casco. Il rettilineo che parte dal Centrale (passa sotto casa) e arriva a Selino era il tracciato di maggior brivido; toccavano anche i 70 e gli 80. Via!

Fossi stato io il navigatore, mica lo beccava il controllo...